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I Romani oltre il Po e l'Oriente

Database prosopografico tra l'oriente e l'occidente

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HomeTranspadanaLuogoBERGOMVMPINNENSIS
BERGOMVM Gladiator prima metà sec. III (Or.) THRACIA

PINNENSIS

6 Novembre 201629 Novembre 2020Elena
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Gladiator
Prima metà sec.  III
Gregori, Epigrafia anfiteatrale, vol. II, pp. 37 s., n. 18; Vavassori, Le antiche lapidi di Bergamo e del suo territorio, pp. 151 s., n. 15.
CIL V, 5124 (= Suppl. Ital. 16, p. 315).
Presso le mura dell’antica Bergomum (od. Bergamo), nell’area denominata “colle San Giovanni” immediatamente sotto l’edificio del seminario vescovile, fu trovata una lastra in pietra opistografa, forse originariamente in marmo, con epigrafe iscritta sui due lati e databile, grazie alla menzione degli imperatori regnanti, alla prima metà del secolo III.

Ora la tavola è conservata presso il Civico Museo Archeologico della città, sul lato diritto il testo è mutilo per damnatio memoriae: […] Veri Maximini | pii fel(icis) Aug(usti) Ger|manici filio | D(ecreto) D(ecurionum); il testo sul retro si può invece leggere integralmente: [E]x indulg(entia) D(omini) n(ostri) | M(arci) Ant(oni) Gordiani | pii fel(icis) Aug(usti) | edente M(arco) Mamilio | Eutychiano IIII v(iro) i(ure) d(icundo) | Thr(aex) Pinne(n)sis s(pectabitur) v(ictor) | de Val(erio) Valerian(o) nat(ione) Raet(o) | docet Faustus. (CIL V, 5124).

Si tratta di un atto a sanzione di una vittoria tra gladiatori, Thraex Pinnensis ebbe la meglio sul rivale retico Valerius Valerianus.

Il termine Thraex è stato variamente interpretato dagli studiosi: chi rimane convinto che si tratti della qualificazione della tipologia di attrezzatura usata per combattere1, chi propende invece per una designazione di origine geografica, dalla Thracia (territorio attualmente esteso tra il nord est della Grecia, sud della Bulgaria e nord ovest della Turchia).

L’epiteto di Raetus, riferito all’avversario Valerianus, essendo in posizione chiastica rispetto a Thraex Pinnensis, sembra suggerire una certa specularità anche in prospettiva di attribuzione geografica e si può dunque ritenere rafforzativo della seconda tesi2; giacché sembra difficile che si possa alludere al tipo di indumenti indossati o alle armi impiegate, poiché in questo caso si sarebbe utilizzato il termine retiarius.


1 Cfr. M. Vavassori, Le antiche lapidi di Bergamo e del suo territorio, “Notizie archeologiche Bergomensi” 1 (1993), p. 152, che fonda la sua tesi sulla base degli studi di R. Chevallier, La Romanisation de la Celtique du Pô. Essai d’histoire provinciale, Roma 1983, p. 213 e il rinvenimento di ulteriori reperti, che rappresentano gladiatori con attrezzatura trace in provincia di Bergamo.

2 Cfr. P. Sabbatini Tumolesi, Epigrafia anfiteatrale. Op. cit., vol. I, Roma 1988, p. 78, n. 88.

Il trace Pinnensis fu quindi onorato per una vittoria in un combattimento tra gladiatori, durante l’impero di Marco Antonio Gordiano (238-244); secondo le disposizioni del quattuorviro amministratore della giustizia (IIIIvir iure dicundo), Marcus Mamilius Eutychianus, che si fece sicuramente carico anche delle spese per organizzare l’evento.

Riguardo all’avversario sconfitto, Valerius Valerianus, non sappiamo nulla, se non che fosse retico per nascita.

L’attestazione prova comunque l’esistenza di uno spazio adibito a tali spettacoli in Bergomum, fatto già comprovato archeologicamente e soprattutto dalla toponomastica locale, in presenza in effetti di un vicolo denominato “via Arena”, concludente proprio nell’area del rinvenimento dell’epigrafe.

Oltre allo spazio è verosimile che non mancassero neppure precise professionalità idonee all’organizzazione dei combattimenti, secondo uno stile comunque topico per questo genere di iscrizioni1 non si tralascia infatti di menzionare l’allenatore del gladiatore vincitore: docet Faustus.

Null’altro possiamo apprendere riguardo a Faustus, ma è possibile che fosse originario di Bergomum.


1 In questo caso è stato usato il verbo docet, ma in altri si trova direttamente espressa la qualifica di doctor – cfr. CIL V, 4502, VI, 10174, 10181, 10183, 10192, 37842.4; M.G. Mosci Sassi, Il linguaggio gladiatorio, Bologna 1992, pp. 98 s. precisa che spesso il doctor è specializzato in un’armatura. G.L. Gregori, Epigrafia anfiteatrale. Op. cit., vol. II, Roma 1989, p. 38 avanza l’ipotesi che Faustus sia il committente dell’iscrizione, intendendo docere nel significato di “annunciare”, una possibilità non escludibile, ma che non mi pare necessariamente più accreditata dell’altra, a fronte di una comparazione con altra documentazione analoga.

Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium

Index nominum

Faustus CIL V, 5124;
Germanicus (Augustus pius felix) Ivi;
Marcus Antonius Gordianus (Dominus noster, pius felix Augustus) Ivi;
Marcus Mamilius Eutychianus Ivi;
Pinnensis Ivi;
Valerius Valerianus Ivi.

Index geographicus

Raetus natio (Raetia) CIL V, 5124;
Thraex (Thracia) Ivi.

Index notabilium

indulgentia CIL V, 5124;
quattuorvir iure dicundo Ivi;
victor Ivi.
Chevallier 1983 = Raymond Chevallier, La Romanisation de la Celtique du Pô. Essai d’histoire provinciale, Roma 1983, p. 213.

Gregori 1989 = Gian Luca Gregori, Epigrafia anfiteatrale nell’Occidente romano. Regiones Italiae VI-XI, vol. II, Roma 1989, p. 37.

Gregori 2011 = Gian Luca Gregori, Ludi e munera: 25 anni di ricerche sugli spettacoli di età romana, Milano 2011, p. 98.

Mosci Sassi 1992 = Maria Grazia Mosci Sassi, Il linguaggio gladiatorio, Bologna 1992, pp. 98 s.

Sabbatini Tumolesi 1988 = Patrizia Sabbatini Tumolesi, Epigrafia anfiteatrale nell’Occidente romano, vol. I, Roma 1989, p. 78.

Vavassori 1993 = Marina Vavassori, Le antiche lapidi di Bergamo e del suo territorio, in “Notizie archeologiche Bergomensi” 1 (1993), pp. 152 s.

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