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I Romani oltre il Po e l'Oriente

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HomeTitoliBarbaricariusAVRELIVS CASSIANVS
Barbaricarius Decurio Secc. IV/V (Or.) SYRIA

AVRELIVS CASSIANVS

11 Novembre 20177 Dicembre 2020Elena
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Barbaricarius
Decurio coloniae Fori Iulii Iriensium
Secc. IV/V 1


1 La datazione non è definita in modo concorde dagli studiosi, G.B. Brusin, InscrAqu. I, 249; M.P. Speidel, Late Roman military decoration. I: neck-and writsbands, “AntTard” 4 (1996), p. 235; L. Boffo, Dal Vicino-Oriente all’Italia Settentrionale: persone e mestieri, “Mélanges de l’Université Saint Joseph” 60 (2007), p. 365 sono più propensi a datare la vicenda di Aurelius Cassianus al tardo secolo III, inizi del secolo IV; altresì i tardo antichisti L. Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale fra il IV e il VI secolo d.C., Roma 1959, p. 244; S. Roda, La decadenza “attiva” del Tardoantico pedemontano, in S. Giorcelli Bersani, S. Roda (a c. di), Iuxta Fines Alpium. Uomini e dei nel Piemonte romano, (Biblioteca Storica Subalpina, 215), Torino 1999, pp. 176 s. optano più decisamente per i secc. IV/V.

Boffo, Dal Vicino-Oriente all’Italia Settentrionale, p. 356, n. 56.
CIL V, 785 (= InscrAqu. I, 249; SEG 57, 908; ILS II/2 7592).
Aurelius Cassianus appartenne al discreto numero di persone che migrarono dall’antica provincia romana di Syria per raggiungere il nord della penisola italica, in particolare tra i secoli IV e VI. Gli studiosi hanno elaborato cataloghi di più di un centinaio di persone, che durante la tarda antichità giunsero specialmente nei siti delle antiche Aquileia e Concordia, nella provincia di Venetia et Histria, ma anche in qualche caso in Transpadana, dei quali si conoscono per esplicita dichiarazione nelle epigrafi gli esatti toponimi di provenienza, i nomi e le occupazioni1.

Nell’antico quartiere commerciale della cittadina di Aquileia, in località denominata Monastero, fu scoperta un’ara votiva inscritta, che sembrò evidenziare qualche nesso riguardo a scambi che coinvolsero Syria, Aquileia e un luogo all’apparenza molto periferico, ma strategico economicamente: Forum Iulii Iriensium (od. cittadina di Voghera, in provincia di Pavia).

Del manufatto si persero le tracce nel secolo XVIII, ma fu trasmessa una raffigurazione visiva settecentesca dello stesso e del testo epigrafico per tradizione manoscritta; la ricostruzione fornita dagli studiosi in tempi recenti permette di apprendere notizia della dedica seguente: I(ovi) O(ptimo) M(aximo) | Aurelius | Cassianus | barbarica<riu>s | dec(urio) col(oniae) For(i/o) | Iuli Iriens(ium) | ex region(e) Cyrro (CIL V, 785).

L’ultima riga leggibile nello specchio epigrafico indica chiaramente che il dedicante, di nome Aurelius Cassianus, provenne dal territorio dell’antica Cyrrus (od. Khoros/Hagioupolis, in Turchia), una cittadina fondata in epoca seleucide, che diede i natali in età tardo antica ad almeno un noto storiografo ecclesiastico come Theodoretus Cyrensis (393-ca. 465), situata a una settantina di chilometri a nord di Beroia (od. Aleppo, nella Siria settentrionale) e fin dalla fine del secolo II significativo polo commerciale di collegamento tra la Mesopotamia e il Mediterraneo.

La dichiarazione esplicita della provenienza sembra evocare un legame affettivo ancora vivo di Aurelius Cassianus con il proprio luogo natìo; abbandonato verosimilmente per una crescita professionale2.

Riproduzione del disegno realizzato da G. Domenico Bertoli (Antichità, 10) e tratto da InscrAqu. I, 249, p. 119: l’immagine sulla faccia lat. sin. dell’ara è usuale nell’iconografia del dio Iovis, cui l’ara fu dedicata, come imberbe giovane nudo, recante lo scettro nella mano destra. Ad essa si associò anche la figura dell’ heros equitans, per cui la mano sinistra avrebbe tenuto per la briglia un cavallo.

 


1 Cfr. SEG 57, 908 (D. Feissel).

2 Ottima analisi del documento e ricostruzione biografica del personaggio e delle possibili motivazioni che lo spinsero a lasciare la Syria in L. Boffo, Le iscrizioni di Voghera romana, in E. Cau, P. Paoletti, A.A. Settia (a c. di), Storia di Voghera. I. Dalla preistoria all’età viscontea, Pavia 2003, pp. 97-100.

L’epigrafe già citata (CIL V, 785) riguardante il Siriaco Aurelius Cassianus fornisce almeno altre due importanti indicazioni in merito alla vicenda dell’uomo: la professione esercitata e il luogo che raggiunse e nel quale dimorò svolgendo incarichi anche civili.

Dopo la dedica alla massima divinità, Iovis, oltre al formulario onomastico si potè leggere il termine barbaricas, variamente interpretato nel corso degli studi specialistici successivi alla scoperta; prevalsero in particolare due letture interpretative a integrazione di un termine forse abbreviato: barbaricatus oppure barbaricarius.

Secondo la prima variante suggerita si tratterebbe di un titolo militare riservato a membri di origine barbarica appartenenti alle truppe palatine, decorati per il loro prestigioso servizio con vesti preziose, intessute d’oro1. Tale uso tuttavia fu in genere documentato da testimonianze sia epigrafiche sia iconografiche nel periodo tra il 270 e il 337 d.C.2, difficile spiegarsi dunque per quale motivo in presenza di un’iconografia sul monumento fatto erigere da Aurelius Cassianus non sia stata realizzata anche specifica raffigurazione della veste consona all’acquisizione di questo titolo.

Prevalse infatti nella lettura tradizionale degli studiosi la seconda variante: barbaricarius, ovvero ricamatore in oro, indoratore, ma anche più precisamente artigiano addetto alla lavorazione di oggetti in oro o argento, inclusi tessuti, vasellame e armi3.

Nella successiva riga dell’epigrafe fu espressa anche la dignità civica acquisita nella colonia Fori Iulii Iriensium, quella di decurione. Aurelius Cassianus giunse quindi in veste di artigiano specializzato nei territori nei dintorni di Ticinum (od. Pavia), proprio perché poco distanti, sia nell’antica Dertona (od. Tortona, in Piemonte) sia nella stessa Ticinum, erano acquartierati contingenti consistenti di milizie imperiali, in sedi anche adibite alla raccolta dell’annona militare.

Cassianus appartenne quindi forse anche a un’associazione di mestiere e di certo riuscì in breve tempo anche ad arricchirsi, divenendo proprietario di almeno venticinque iugeri di terra, unità di misura necessaria per l’accoglimento nel senato iriense, nel ruolo di decurione, quindi anche legato ai doveri della curia4.

L’ara votiva fu trovata poi ad Aquileia anche perché nel corso del secolo IV si infittirono i rapporti tra i centri dell’alto Adriatico, in primis Ravenna, ma anche Aquileia e i luoghi nel retroterra padano prossimi comunque alle sedi imperiali e tutti collegati da efficienti reti fluviali e stradali padane5.


1 TLL II, s.v. barbarica, col. 1733: I barbarica ovvero elementi di ornamento di figure militari di origine barbarica furono menzionati per la prima volta in Lact. De mort. pers. 37, 5-6.

2 Cfr. M.P. Speidel, Late Roman military decoration. II: gold-embroidered capes und tunics, “AntTard” 5 (1997), pp. 235-7.

3 Nello specchio epigrafico si lesse barbaricas, forse una trascrizione del termine greco βαρβαρικᾶς non attestato precedentemente, ma sinonimo di βαρβαρικάριος che si ritrova nel latino barbaricarius (TLL II, s.v. barbaricarius, col. 1731), ovvero artigiano lavoratore di tessuti di lusso, broccati – cfr. D. Feissel, rec. in Bulletin Épigraphique (REG, 120 – 2007), pp. 744 s., n. 495.

4 CTh. XIII, 4,2 – CJ X, 66,1: 15 barbaricarii.

5 Cfr. L. Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale fra il IV e il VI secolo d.C., Roma 1959, p. 245.

Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium

Index nominum

Aurelius Cassianus CIL V, 785.

Index rerum sacrarum

Iuppiter Optimus Maximus CIL V, 785.

Index geographicus

Cyrrus (regio) CIL V, 785;
Forum Iulii Iriensium (colonia) Ivi.

Index rerum notabilium

barbarica<riu>s CIL V, 785;
decurio Ivi.
Boffo 2003 = Laura Boffo, Le iscrizioni di Voghera romana, in E. Cau, P. Paoletti, A.A. Settia (a c. di), Storia di Voghera. I. Dalla preistoria all’età viscontea, Pavia 2003, pp. 97-100.

Boffo 2007 ꞊ Laura Boffo, Dal Vicino-Oriente all’Italia Settentrionale: persone e mestieri, in “Mélanges de l’Université Saint Joseph” 60 (2007), pp. 355-380.

Cracco Ruggini 1959 = Lellia Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale fra il IV e il VI secolo d.C., Roma 1959, pp. 244 s.

Feissel 2007 = Denis Feissel, rec. in Bulletin Épigraphique (REG, 120 – 2007), pp. 744 s., n. 495.

Speidel 1996 = Michael P. Speidel, Late Roman military decoration. I: neck-and writsbands, in “Antiquité Tardive” 4 (1996), pp. 235-243.

Speidel 1997 = Michael P. Speidel, Late Roman military decoration. II: gold-embroidered capes und tunics, “Antiquité Tardive” 5 (1997), pp. 231-237.

 

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