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I Romani oltre il Po e l'Oriente

Database prosopografico tra l'oriente e l'occidente

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HomeTitoliIgnotusHELIODORVS e THEOCTIS (Θεογτις)
Ignotus MACEDONIA MEDIOLANVM prima metà sec. VI (Or.)

HELIODORVS e THEOCTIS (Θεογτις)

15 Settembre 20197 Dicembre 2020Elena
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Ignoti
Prima metà sec. VI
PCBE II/2, s.v. Theogtis, p. 2186.
ICI XII, 4 (G. Cuscito) (= AÉ 1972, 216, AÉ 1994, 735; EDR075331 del 04/06/2014 (Feraudi), HD009118 del 03/06/2009 (Feraudi)).
Si ritiene plausibile che Heliodorus fosse di origine orientale, non soltanto per l’onomastica grecanica sua e del nipote1, ma soprattutto per la precisazione del cognomen Macedo, un etnonimo che potrebbe rinviare a un’origine dalla provincia di Macedonia, oppure in tutti gli altri casi noti a un nativo dell’area orientale dell’Impero2.

Si può ipotizzare che lo zio avesse raggiunto il nipote a Mediolanum e qui avesse poi trovato la morte, altresì che Th. appartenesse a una seconda generazione nativa di Mediolanum, discendente di una famiglia che in tempi precedenti giunse nella principale città transpadana.


1 Cfr. Solin, Die griechischen Personnamen in Rom, I, 70.

2 Cfr. Solin, Die griechischen Personnamen in Rom, I/III, 588 s./1372. La questione è stata già affrontata anche in questa prosopografia, riferendo anche un altro esempio, nel caso della scheda di Publius Iulius Macedo (L I.51).

A partire dalla metà del secolo scorso fu studiata in modo sistematico un’ampia necropoli pagana situata nell’area circostante l’attuale basilica di S. Eustorgio in Milano, sopra di essa si sviluppò l’unico cimitero paleocristiano della città, ancora parzialmente visibile circa due metri e mezzo sotto la navata centrale della chiesa1.

In corrispondenza dell’area sepolcrale furono scoperti alcuni tumuli corredati da iscrizioni cristiane; in alcuni casi anche con raffigurazioni simboliche ancora ben leggibili.

Nell’ultima ricognizione effettuata dagli studiosi si è giunti a individuare un totale di ventiquattro titoli, benché alcuni molto frammentari, afferenti a questo settore, tutti databili tra la seconda metà del secolo IV e il secolo VI2.

Oggi, visitando la basilica, è possibile accedere a tre ambienti sotterranei e nel primo è visibile una selezione della raccolta di epigrafi cui si è appena fatto riferimento. Fra di esse colpisce l’attenzione una lastra in marmo, costituita da tredici frammenti combacianti, recante un’iscrizione e sottostante la traccia di una raffigurazione maschile, affiancata da una foglia d’edera sulla sinistra.

Il testo dell’iscrizione fornisce almeno due indicazioni onomastiche e informazioni biometriche, inoltre suggerisce la possibile provenienza del defunto ricordato: [Heliod]or[o] Macedoni | q[ui] vixit ann(os) pl(us) m(inus) LXX | Theoctis 3 fr(atris) fil(ius) v(iro) e(gregio) me(moriam) p(o)s(ui)t | d(ie) III k(alendas) D(ecembres) (ICI XII, 4).

 

Immagine tratta da ICI XII, 4, p. 12 – modificata d.a. per segnalare la raffigurazione.
Immagine tratta da ICI XII, 4, p. 12 – modificata d.a. per segnalare la raffigurazione.

 

L’epigrafe, mutila proprio nella parte superiore a destra, comportò diverse ipotesi di lettura onomastica; infatti nelle prime analisi la memoria fu erroneamente attribuita a un Theodorus, ritenuto addirittura un vescovo peregrino4, per la quasi totalità degli studiosi vissuto alla metà del secolo VI5.

Negli ultimi vent’anni prevalse invece la lettura che oggi si ritiene più accettabile, ovvero il nome Heliodorus e una datazione ascrivibile a un periodo tra la seconda metà del secolo V e il secolo VI6.

Il dedicatario, un nipote dal nome grecanico, Theoctis 7, onorò il ricordo dello zio vissuto circa settant’anni, che fu sepolto in Mediolanum il giorno ventinove di novembre.

Osservando l’iconografia si possono cogliere altri due aspetti: per prima cosa che l’uomo fu rappresentato con indosso probabilmente una tunica e un pallio, una tipologia di abbigliamento in genere preferita da intellettuali o pellegrini in età tarda, giacché garantiva maggiore libertà e comodità d’uso e non era concessa a senatori o funzionari in servizio (CTh. XIV, 10,1); secondariamente, la raffigurazione della foglia d’edera, che è un simbolo frequente fin dall’antichità classica, quando fu in genere associato al culto di Bacchus e in ambiti funerarî evocò il concetto di reviviscenza, parimenti  nel contesto cristiano fu immagine dell’immortalità8.


1 Per le indagini di scavo nella zona rimangono imprescindibili i riferimenti alle disamine di M. Mirabella Roberti, Le ‘catacombe’ di Milano, in Id., Una basilica, un sacerdote, Milano 1962, 21-3; Bovini, Antichità cristiane, 61-3, 73 s.; M. Mirabella Roberti, Le ricerche di Archeologia cristiana in Lombardia dal 1958 al 1968, in AA. VV., Atti del II Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana, Roma 1971, 343; Id., Milano romana, Milano 1984, 163 s.; M. Bolla, Le necropoli romane di Milano, Milano 1988, 18, 129 s.; Ead., Le necropoli, in AA. VV., Milano capitale, 115 s.; S. Lusuardi Siena, S. Eustorgio. La basilica, in AA. VV., Milano capitale, 115; Sannazaro, Sant’Eustorgio prima del 1000, 26-35.

2 Cfr. ICI XII, Bari 2009, 3-25 (G. Cuscito).

3 Nel testo dell’iscrizione riportato in G. Bovini, Note sull’area cimiteriale paleocristiana di S. Eustorgio a Milano, Riv. Stud. Lig., 37 (1971), 73 al centro del nominativo si sarebbe trovata la lettera greca ‘γ’ invece della ‘g’: THEOΓΤIS.

4 Tra i numerosi contributi che fornirono questa prima lettura mi limito a segnalare i seguenti: A. Palestra, Nuovi scavi alla necropoli romana, al cimitero paleocristiano e medioevale di S. Eustorgio, Quad. Ambr., 37 (1961), 38, n. 4 (da cui dipese la trascrizione riferita in AÉ 1972, 216); Bovini, Antichità cristiane, 69; Id., Note, 73 s.; P. Spreafico, La basilica di S. Eustorgio: tempio e museo, Milano 1976, 229.

5 Datazione cui non aderì Bovini, Antichità cristiane, 71; Id., Note, 74, giacché nella figura orante rappresentata individuò una possibile comparazione con tipologie relative al secolo IV. Bovini interpretò anche la qualifica indicata in abbreviazione di v(iro) e(gregio) come v(enerande) e(piscope); una lettura onomastica come Theodorus indusse anche a ricercare tra gli elenchi nominativi dei vescovi di Mediolanum e comportò di conseguenza anche il fraintendimento successivo.

6 Cfr. G. Cuscito, Il cimitero milanese a S. Eustorgio: revisione del materiale epigrafico paleocristiano per il corpus delle I.C.I. su Mediolanum, Riv. Arch. Como, 176 (1994), 145 (da cui AÉ 1994, 735).

7 Cfr. Solin, Die griechischen Personennamen in Rom (s.v. Theoctes), II, 1017. Nei primi studi letto addirittura come Theoγtis.

8 Per il significato dell’edera nell’antichità e il legame con il culto dionisiaco cfr. LIMC III/2, s.v. Dionysos/Bacchus, pp. 428-456; in G. Heinz-Mohr, Lessico di iconografia cristiana, s.v. edera, p. 145 si ricordò anche, tuttavia, che nelle epigrafi cristiane le foglie d’edera furono impiegate a volte anche per riempire spazi o come segni separatori e, in tal caso, prive di significato simbolico effettivo. Diverso è comunque l’uso della foglia d’edera nella rappresentazione sull’epigrafe per Heliodorus, per cui si rimanda ai significati esplicitati di reviviscenza, immortalità.

Index nominum – Index rerum notabilium

Index nominum

Heliodorus Macedo ICI XII, 4;
Theoctis (filius fratris) Ivi.

Index rerum notabilium

filius ICI XII, 4;
frater Ivi;
memoria Ivi;
vir egregius Ivi.
Bolla 1988 = Margherita Bolla, Le necropoli romane di Milano, Milano 1988, 18, 129 s.

Bolla 1990 = Margherita Bolla, Le necropoli, in AA. VV., Milano capitale dell’impero (286-402 d.C.), Milano 1990, 115 s.

Bovini 1970 = Giuseppe Bovini, Antichità cristiane di Milano, Bologna 1970, 60-75.

Bovini 1971 = Giuseppe Bovini, Note sull’area cimiteriale paleocristiana di S. Eustorgio a Milano, Riv. Stud. Lig., 37 (1971), 69-76.

Cattaneo 1984 = Enrico Cattaneo, Le vicende storiche, in G. A. Dell’Acqua (ed.), La basilica di Sant’Eustorgio in Milano, Milano 1984, 17-40.

Cuscito 1994 = Giuseppe Cuscito, Il cimitero milanese a S. Eustorgio: revisione del materiale epigrafico paleocristiano per il corpus delle I.C.I. su Mediolanum, Riv. Arch. Como, 176 (1994), 141-169.

Lusuardi Siena 1990 = Silvia Lusuardi Siena, S. Eustorgio. La basilica, in AA. VV., Milano capitale dell’impero (286-402 d.C.), Milano 1990, 115.

Mirabella Roberti 1962 = Mario Mirabella Roberti, Le ‘catacombe’ di Milano, in Id., Una basilica, un sacerdote, Milano 1962, 21-23.

Mirabella Roberti 1971 = Mario Mirabella Roberti, Le ricerche di Archeologia cristiana in Lombardia dal 1958 al 1968, in AA. VV., Atti del II Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana, Roma 1971, 343.

Mirabella Roberti 1984 = Mario Mirabella Roberti, Milano romana, Milano 1984, 163 s.

Palestra 1961 = Ambrogio Palestra, Nuovi scavi alla necropoli romana, al cimitero paleocristiano e medioevale di S. Eustorgio, Quad. Ambr., 37 (1961), 33-44.

Sannazaro 2014 = Marco Sannazaro, Sant’Eustorgio prima del 1000: guida alle testimonianze archeologiche, agiografiche, epigrafiche, Milano 2014, 26-35, 53.

Solin 2003 = Heikki Solin, Die griechischen Personennamen in Rom, I/III, Berlino-New York 2003, 70, 588 s., 1017, 1372.

Spreafico 1976 = Paolino Spreafico, La basilica di S. Eustorgio: tempio e museo, Milano 1976.

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