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I Romani oltre il Po e l'Oriente

Database prosopografico tra l'oriente e l'occidente

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HomeARMENIATIBERIVS POLLENIVS ARMENIVS PEREGRINVS (Τιβέριος Πωλλήνιος Ἀρμένιος Περεγρεῖνος)
ARMENIA Consul LYCIA ET PAMPHYLIA MEDIOLANVM prima metà sec. III (Or.) Proconsul

TIBERIVS POLLENIVS ARMENIVS PEREGRINVS (Τιβέριος Πωλλήνιος Ἀρμένιος Περεγρεῖνος)

27 Dicembre 201928 Dicembre 2019Elena
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Proconsul Lyciae et Pamphyliae (243?1)
Consul (244)


1 Per la datazione si veda la proposta in G. Barbieri, L’albo senatorio da Settimio Severo a Carino, Roma 1952, 302.
Prima metà sec. III
PIR² VI P 536, pp. 233 s.; PW XXI/2, s.v. Tib. Pollenius Armenius Peregrinus (4), col. 1409 (Wolf); Barbieri, L’albo senatorio da Settimio Severo a Carino, 302 s., n. 1696; Degrassi, I Fasti consolari, a. 244, 67; Dietz, Senatus contra principem, 200-202, n. 66; Thomasson, SPQR, s.v. Tib. Pollenius Armenius Peregrinus, 57 s.
IGR III, 556 (= OGIS II, 568; ILS II/2, 8840; TAM II, 572), III, 618 (= AÉ 1897, 79; ILS II/2, 8841; TAM II, 578), CIL III Suppl., 14403a (= IK 41, 451; EDCS30100792), 15184.5 (= HD068803 del 02/03/2017 (Gräf)), V/2, 6181 (= Forcella-Seletti, Iscrizioni cristiane in Milano anteriori al IX secolo, 7 s., n. 8; ICI XVI, 1 (G. Cuscito)), V/2, 8237 (= EDR117399 del 01/12/2016 (F. Mainardis); VI/1, 266, VI/1, 793 (= XIV, 2258), VI/1, 863 (= VI/4.2, 30841), VI/1, 1447 (= VI/4.2, 31657), VII, 103 (= RIB 327; HD069621 del 26/02/2016 (Cowey)); IlAlg. II/2, 4532, 4533; P. Dura 95 frg. B 1,25.
Numerose testimonianze epigrafiche e in un caso anche una papiracea, diffuse in tutto l’Impero romano, attestano la carica di console ordinario nell’anno 244 di un uomo dal nome Tiberius Pollenius Armenius Peregrinus .

L’epigrafia fornì informazioni anche riguardo al possibile nucleo familiare di appartenenza di T. P. A. P., si trattò di un aristocratico, del quale almeno un paio di possibili antenati ricoprirono cariche onorarie e magistrature, quali il consolato, la pretura e il proconsolato, nel corso dell’intero periodo severiano. Gli studiosi non concordano nella ricostruzione di una possibile genealogia2, ciò su cui si può comunque essere certi è che il console dell’anno 244 ebbe una figlia di nome Pollenia Honorata 3, a sua volta nipote dei consolari Flavius Iulius Latronianus e Auspex, come riferì un testo epigrafico scoperto alla fine del secolo XIX in Xanthos, sito appartenente all’antica provincia romana di Lycia:

[…] ε | […]μι […] ανιατ | […][Πολληνία]ν Ὁ[ν]ωράταν, ἐκγόνη[ν] | Φλ(αυιοῦ) Λατρωνιανοῦ ὑπατικοῦ, | ποντίφικος, ἐπάρχου Ῥώμης, | [κ]αὶ Αὔσπικος ὑπατικοῦ Βρι|ταννίας Μυςίας Δακίας Σπα|νίας, ἐν χώρᾳ Σεβαστοῦ δικά|σαντος, προεκγόνην Αὔσπι|κος ὑπατικοῦ, ανθυπάτου | Ἀφρικῆς, ἐπάρχου ἀλειμέν|των Ἀππίας καὶ Φλαμιν[ί]ας | τρίς, κυινδεκεμουρίου, ἐν | χώρᾳ Σεβαστῶν διαγνόν|τος, ὑπατικοῦ Δαλματίας, | θυγατέρα Τιβ(εριοῦ) Πο[λληνίου] Ἀ[ρ]μ[ενίου Περεγρίνου] […] (IGR III, 618).

L’iscrizione è dunque dedicata a Pollenia Honorata, nipote di due alti funzionari, Flavius Latronianus e Auspex 4, oltre che pronipote di un altro illustre Auspex 5, e figlia di T. P. A. P.

La familiarità di T. P. A. P. con due Pollienii 6 Auspices risulta indubitabile se si presta fede a quanto attestato in questa iscrizione7. La gens dei Pollienii Auspices potrebbe essere tanto di origine italica, quanto provinciale8, né l’onomastica né la diffusione delle testimonianze che li riguardarono è dirimente in un senso oppure nell’altro. Per quanto riguarda invece T. P. A. P. si deve considerare l’elemento aggiuntivo presente nel formulario onomastico, ovvero Armenius, che permette di ipotizzare una discendenza anche da un’altra gens: i Pollenii Armenii.

L’etnico Armenius potrebbe dunque rinviare a un’origine orientale, dalla provincia romana di Armenia, come qualche studioso ha sostenuto anche in virtù della diffusione di nomina etnici designanti un’effettiva provenienza da particolari aree dell’Impero. Per l’antica Mediolanum l’epigrafia può attestare vari esempi9.

Anche il fatto che T. P. A. P. possa aver svolto l’incarico di proconsole delle provincia di Lycia et Pamphylia, come si è ipotizzato nell’integrazione a una forma abbreviata inclusa nel testo dell’altra iscrizione rinvenuta proprio in Lycia (ἀνθ…): τὸν λαμπρότατον | Τιβ. Πωλλήνιον Ἀ[ρμέ]νιον Περεγρεῖνο[ν]| τὸν εὐγενέστατον | ὠρδινάριον ὕπατον | καὶ ὑγιέστατον ἀνθ(ύπατος) […] (IGR III, 556), potrebbe rappresentare un ulteriore dato favorevole a un’origine orientale, in considerazione del fatto che generalmente nel periodo tardo imperiale furono poste al governo delle province orientali persone native del territorio orientale, in quanto consapevoli delle specifiche criticità e di conseguenza più abili nel governarle.


1 Per una rassegna delle fonti epigrafiche che metta subito in evidenza la diffusione delle attestazioni relative al consolato ordinario di Tiberius Pollenius Armenius Peregrinus, menzionato utilizzando diversi formulari onomastici, cominciando da quanto rinvenuto nella pars Orientis: τὸν λαμπρότατον | Τιβ. Πωλλήνιον Ἀ[ρμέ]νιον Περεγρεῖνο[ν]| τὸν εὐγενέστατον | ὠρδινάριον ὕπατον (IGR III, 556 – dall’antico sito di Tlos nella provincia romana di Lycia, del quale si trovano i resti nei pressi del villaggio di Kalkan nella provincia di Antalya, sulla costa meridionale della Turchia). Anche in iscrizioni in lingua latina si riscontra spesso il formulario Peregrino et Aemiliano consulibus, con segnalazione anche del collega in carica – cfr. CIL III Suppl., 14403a – dall’antica località di Cnidus appartenente alla provincia romana di Caria, corrispondente all’attuale sito di Tekir, ancora sulla costa sud-occidentale della Turchia; CIL III Suppl., 15184.5 – da un villaggio nei pressi dell’antica Poetovium nella Pannonia superior, oggi corrispondente alla cittadina slovena di Hajdina; CIL V/2, 8237 – dalla località denominata ‘Monastero’ in Aquileia; CIL VI/1, 266, 793, 863, 1447 (nella variante Peregrino et Fulvio Aemiliano consulibus) – da Roma; IlAlg. II/2, 4532, 4533 – da un sito presso Algeri, in Algeria; infine CIL VII, 103 – dall’antica Isca Silurum, odierna città di Caerleon, nel Galles. Anche in un frammento di papiro proveniente dall’antica città di Dura Europos, sulla riva occidentale del medio Euphrates, si riporta l’indicazione [P]eregrino co(n)s(ule) (P. Dura 95 frg. B 1,25).

2 Cfr. Barbieri, L’albo senatorio, 303; K. Dietz, Senatus contra principem. Untersuchungen zur senatorischen Opposition gegen Kaiser Maximinus Thrax. Prosopographische Einzeluntersuchungen, I Senatoren von 235 bis 238 n. Chr., Monaco 1980, 200 s.; W. Eck, rev. in BJ, 183 (1983), 855.

3 PIR² VI P 541, p. 237.

4 PIR² III F 297, pp. 156 s. (C. Flavius Iulius Latronianus); PIR² VI P 538, pp. 235 s.: Latronianus fu consolare, pontefice e prefetto di Roma; Auspex fu governatore della Britannia, Moesia, Dacia, Hispania.

5 Ivi VI P 537, pp. 234 s.: governatore dell’Africa, funzionario per la terza volta a capo dei servizi di assistenza alimentare per i bisognosi (praefectus alimentorum –  ἔπαρχος ἀλειμέντων) lungo le viae Appia et Flaminia, quindecemviro del collegio sacerdotale preposto alla consultazione e interpretazione dei Libri Sibillini (κυινδεκεμουριός ἐν χώρᾳ Σεβαστῶν διαγνόντος – quindecemvir sacris faciundis), governatore della Dalmatia.

6 Pollenii/Pollienii si possono considerare varianti dello stesso nomen, finora non è stata avanzata nessun’altra ipotesi incontrovertibile – cfr. J. Scheid, Les collège des Frères Arvales, Roma 1990, 427.

7 Si veda lo stemma genealogico in PIR² VI P, p. 235. A sostegno di quanto descritto nel testo dell’iscrizione, Albert Stein (AÉ 1897, 79) suggerì l’adozione di Tiberius Pollenius Armenius Peregrinus da parte di Titus Pollienus Auspex (PIR² VI P 538, pp. 235 s.), il più giovane tra i due Pollienii Auspices, ma proprio per quanto enunciato nel testo dell’epigrafe è più credibile che si debba risalire al maggiore fra i due, essendo Pollenia Honorata la pronipote.

8 Dietz, Senatus contra principem, 200 propose un’origine italica; rimase aperto anche a un’origine provinciale invece A.R. Birley, The Fasti of Roman Britain, Oxford 1981, 155.

9 Cfr. Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale, 249, n. 179.

In un’iscrizione pavimentale situata presso l’altare maggiore della chiesa di S. Ambrogio a Milano, oggi conservata nel portico, si riesce a leggere soltanto il testo seguente: Armenius Peregrinus v(ir) c(larissimus) (CIL V/2, 6181). Si è ipotizzato che si trattasse del T. P. A. P. così frequentemente attestato in documentazione sparsa in ogni angolo dell’Impero, che esercitò il consolato nell’anno 2441.

Esiste un altro possibile A. P. attestato nelle fonti documentarie, si tratta del pretore Armenius Peregrinus 2, membro anche del collegio sacerdotale dei Fratres Arvales; tuttavia non coincide con il console considerato in questa scheda per differenze di datazione delle epigrafi, ma anche e soprattutto per le diverse dignità e cariche con cui sono identificati nelle testimonianze.

Proprio considerando l’iscrizione mediolanense troviamo l’unica occorrenza in lingua latina del titolo di vir clarissimus attribuito a A. P.; fu quindi un senatore, il corrispettivo in lingua greca, λαμπρότατος, si ritrova invece in epigrafi attribuite sia al pretore Armenius Peregrinus sia a Tiberius Pollenius Armenius Peregrinus (IGR III, 874/ III, 556). Ciò che sembra veramente differenziare i due è la presenza o meno del titolo di console, che è attestata soltanto nella documentazione relativa a T. P. A. P. 3.

Quale dei due Armenii Peregrini fu ricordato a Mediolanum risulta arduo da stabilire con certezza, forse il secondo, in quanto console nel 244, e potrebbe rappresentare una delle prime presenze cristiane nella città di cui sia rimasta traccia, come in passato è stato suggerito sulla base del luogo ospitante la memoria e di una datazione leggermente più tarda4; tuttavia si tratta soltanto di supposizioni. Certamente entrambi si potrebbero ritenere di origine orientale, per la condivisione dell’etnico Armenius nel formulario onomastico, sul quale si è scritto5 ed è possibile che abbiano operato nella grande città transpadana, come suggerirebbe questa minima traccia giunta fino a noi.


1 Cfr. A. Calderini, Storia di Milano. I. Le origini e l’età romana, Milano 1953, 392; Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia settentrionale, 249, n. 179.

2 PIR² I A 1059, p. 207: fonti che lo menzionarono CIL VI/1, 2086, 2104, 2106; IGR III, 874.

3 Cfr. supra p. 80, n. 265.

4 Cfr. Calderini, Storia di Milano, 392. Lo studioso ricordò che avrebbe potuto trattarsi della più antica memoria epigrafica di un cristiano in Mediolanum, seguito soltanto da un paio di iscrizioni di secolo IV (CIL V, 6243, 6316) e dalle molte altre attestate dal secolo V in avanti. Il più recente contributo di G. Cuscito sottolinea l’assenza tuttavia di espliciti indizi connotativi (ICI XVI, 1, pp. 13 s.).

5 Cfr. supra n. 275.

Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium

Index nominum

Aemilianus (Fulvius) CIL III Suppl., 15184.5, VI/1, 1447;
(consul)  
Antonius Celer CIL III Suppl., 15184.5;
Aurelius Artemidorus Id. VI/1, 863;
Αὖσπεξ (I) IGR III, 618;
Αὖσπεξ (II) Ivi;
Domitius Terentianus CIL V/2, 8237;
Domitius Zosimus Ivi;
Eutychianus CIL VI/1, 1447;
Flavius Iovinus Id. III Suppl., 15184.5;
Φλαούιος Λατρωνιάνος IGR III, 618;
Titus Flavius Maritimus CIL III Suppl., 14403a;
Πωλλήνια Ὁνωράτα IGR III, 618;
Τιβέριος Πωλλήνιος Ἀρμένιος Περεγρεῖνος / Armenius Peregrinus (Peregrinus) (consul) IGR III, 556, 618; CIL III Suppl., 14403a, 15184.5; V/2, 6181, 8237; VI/1, 266, 793, 863, 1447; VII, 103; IlAlg. II/2, 4532, 4533; P. Dura 95 frg B 1,25;
Zmyrnaeus CIL VI/1, 1447;
Ursus CIL VII, 103;
Valerius Valens Id. V/2, 8237;
Virdius Firmus Id. III Suppl., 15184.5.

Index rerum sacrarum

Deus Solis Invicti CIL III Suppl., 15184.5;
Genius Augusti Id. VII, 103;
Mercurius Id. V/2, 8237;
Mithra Id. III Suppl., 15184.5;
Numes Augustorum Id. VII, 103;
ποντίφεξ IGR III, 618.

Index geographicus

Ἀφρική IGR III, 618;
Ἀππία Ivi;
Batavus CIL III Suppl., 14403a;
Βριταννία IGR III, 618;
Δακία Ivi;
Δαλματία Ivi;
Φλαμινία Ivi;
Μυσία Ivi;
Romanus (<Roma) / Ῥώμη IGR III, 618; CIL III Suppl., 14403a;
Σπανία IGR III, 618.

Index rerum notabilium

actarius CIL VII, 103;
ἀνθύπατος IGR III, 556;
centurio legionis CIL III Suppl., 14403a;
consul / (ὠρδινάριος) ὕπατος IGR III, 556; CIL III Suppl., 14403a, 15184.5; V/2, 6181, 8237; VI/1, 266, 793, 863, 1447; VII, 103; IlAlg. II/2, 4532, 4533; P. Dura 95 frg B 1,25;
curator alvei et riparum Tiberis et cloacarum urbis CIL VI/1, 863;
donum Id. VII, 103;
ἐκγόνη / προεκγόνη IGR III, 618;
ἔπαρχος Ῥώμης, ἔπαρχος ἀλειμέντων Ivi;
eques CIL III Suppl., 14403a;
filius Ivi;
ὑπατικός IGR III, 618;
legio II Augusta CIL VII, 103;
legio XIII Gemina Id. V/2, 8237;
primus pilus Id. VII, 103;
κυινδεκεμουριός ἐν χώρᾳ Σεβαστῶν διαγνόντος IGR III, 618;
salus CIL III Suppl., 15184.5;
signifer Id. V/2, 8237;
θυγάτηρ IGR III, 618;
vendemiator CIL VI/1, 1447;
vir clarissimus / λαμπρότατος IGR III, 556; CIL V/2, 6181; VI/1, 863, 1447;
votum CIL III Suppl., 15184.5.
Barbieri 1952 = Guido Barbieri, L’albo senatorio da Settimio Severo a Carino, Roma 1952, 302 s.

Birley 1981 = Anthony R. Birley, The Fasti of Roman Britain, Oxford 1981, 155.

Calderini 1953 = Aristide Calderini, Storia di Milano. I. Le origini e l’età romana, Milano 1953, 392.

Cracco Ruggini 1959 = Lellia Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale fra il IV e il VI secolo d.C., Roma 1959, 249, n. 179.

Dietz 1980 = Karlheinz Dietz, Senatus contra principem. Untersuchungen zur senatorischen Opposition gegen Kaiser Maximinus Thrax. Prosopographische Einzeluntersuchungen, I Senatoren von 235 bis 238 n. Chr., Monaco 1980, 200-202.

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