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I Romani oltre il Po e l'Oriente

Database prosopografico tra l'oriente e l'occidente

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ASIA

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Barrington Atlas part. 4; DGRG I, pp. 238 s. (Asia intesa come provincia romana); TIB17: Asia (in fase di realizzazione – cfr. anche TIB7: Phrygien und Pisidien; TIB10: Aigaion Pelagos; TIB13: Bithynia und Hellespontos; TIB14: Lydia; TIB18: Caria); RE II/1, s.v. Asia (3), coll. 1538-1562 (Brandis); NP II, s.v. Asia 2, coll. 78 s. (Christol e Drew-Bear, Frank)
Il distretto storico-geografico denominato Asia, fin dal secolo X identificato anche con il coronimo Anatolia, incluse una vasta ripartizione del territorio orientale compresa tra l’area pontica a nord, la costa levantina a ovest, l’altopiano del Tauro armeno a est e il territorio siriaco a sud (per un’estensione complessiva corrispondente ai due terzi circa dell’attuale Turchia).

La provincia si costituì amministrativamente nella seconda metà del secolo II a.C., quando Attalo III (138-133 a.C.), il sovrano del regno ellenistico instaurato a Pergamum (od. Bergama, in Turchia), affidò con deposizione testamentaria ai Romani il suo regno e tutti i suoi beni, disponendo tuttavia la preservazione della libertà politico-amministrativa di Pergamum. Sorsero prevedibili contese tra i successori degli Attalidi e i Romani, ma entro il 127 a.C. il console Manius Aquillius1, con il supporto di una commissione senatoria di dieci membri, istituì la nuova provincia.

Da subito l’Asia Minor fu intesa come un ampio raggruppamento di più piccole province, dai confini non sempre determinabili con esattezza sulla base della documentazione in nostro possesso. In epoca romano repubblicana come parti componenti dell’esteso distretto si attestarono: Phrygia, Mysia, Caria, Ionia e Lydia (Cic. pro Flacco 27).

Durante il primo periodo imperiale, con la fondazione di numerose città romane tra l’epoca augustea e adrianea, i centri urbani dell’Asia Minor furono suddivisi per rango, le città principali furono definite metropoleis e si annoverarono fra queste Ephesus (od. Selçuk, sulla costa centro occidentale della Turchia), Smyrna (od. Izmir), Sardis (od. Sard/Sardeis/Sart), Pergamum, Lampsacus/ Pityoussa (sito distrutto dopo i primi anni del secolo IV, i cui resti sono comunque localizzabili nel lembo estremo a nord ovest dell’odierna Turchia) e Cyzicus (od. Belkis)2.

Alla morte dell’imperatore Traiano, nel 117, la giurisdizione amministrativa dell’Asia Minor si estese sull’Asia proconsolare dell’epoca tardo repubblicana-augustea, integrando in essa a nord la Bithynia et Pontus, a sud la Lycia et Pamphylia con parte della Pisidia e a est la Galatia et Cappadocia.

La complessa storia di queste ultime realtà geografico-istituzionali menzionate implica una trattazione separata, per cui si rimanda alle specifiche sezioni3 e si prosegue delineando l’evoluzione storica e culturale dell’originario distretto dell’Asia proconsolare.

Nei secoli I e II molte unità militari stazionarono nell’area prospicente all’Euphrates, in particolare le strade di attraversamento della Phrygia furono costruite e presidiate da numerose legioni: la legio XII Fulminata fu responsabile del tracciato tra Eumeneia (in posizione centrale tra i confini di Asia, Lycia et Pamphylia e Galatia) e Apamea/Kelainai (od. Dinar, circa 40 chilometri a sud-est di Eumeneia). A est di Apamea, a metà del secolo II, si stabilirono la legio XI Claudia e la I Italica, che composero una vessillazione di età severiana stanziata in un sito fortificato (Aulutrene), in ideale posizione di controllo dell’assetto viario sud-occidentale della provincia, affacciato sulla vallata del flumen Maeander (od. Büyük)4.

Durante il periodo dei Severi l’Asia raggiunse anche il culmine dello sviluppo urbanistico e civile, che si mantenne fino all’epoca costantiniana. Oltre alla costruzione di fastosi edifici nelle principali città fiorirono agoni5, attività artistiche, dal teatro alle esibizioni musicali, senza trascurare importanti celebrazioni religiose. Soprattutto nel secolo III gli imperatori investirono molto a favore di agoni, pari a quanto il secolo prima si profusero nella monumentalizzazione.

Le città dell’Asia conservarono la coesione propria delle prime comunità ellenistiche anche in epoca imperiale, a fronte invero di entità scarsamente popolose, tra i cinquemila e i trentamila abitanti. Esse gestirono la produzione e il consumo dei beni attraverso un efficiente sistema di economia commerciale su scala regionale e riuscirono ad affrontare il peso della fiscalità imperiale.

Tutte le città della provincia ebbero pubblici sacerdoti per l’amministrazione dei culti e collegi di magistrati anziani, eletti annualmente, incaricati di presiedere a incontri ufficiali con ambasciatori e assemblee cittadine6; parimenti ci furono funzionari addetti al mantenimento dell’ordine e al controllo giudiziario, detti “irenarchi” e “paraphylakes”.

Nonostante il forte senso comunitario abbia prodotto risultati positivi nel contesto politico-amministrativo, in alcune circostanze non mancarono i tumulti, l’esempio letterario maggiormente noto è fornito dagli Atti degli Apostoli, in cui è menzionata la sollevazione popolare degli orefici in Ephesus contro la predicazione di s. Paulus (Atti 19,23-40).

Molto dopo, alla metà del secolo III, si assistette a un momento di forte cesura per la provincia, irruppe sullo scenario la forza del nemico persiano, un esercito guidato da re Šahpūh I (241-272) uccise l’imperatore romano Gordiano III (238-244), l’intera Syria e gran parte dell’Anatolia sud-orientale furono sottomesse, a danno della totalità delle province circostanti. Cominciò dunque una nuova fase di militarizzazione, con la concentrazione di molti contingenti armati in particolare lungo il bacino del Maeander, nella città di Aphrodisias in Caria e in Antiochia di Pisidia. Le tensioni politico-militari comportarono una riorganizzazione del territorio, intorno al 250 fu istituita la provincia di Phrygia-Caria affidata al governo di un legatus Augusti pro praetore di rango consolare e alla fine del secolo con la riforma amministrativa dioclezianea, tra il 310 e il 315, l’Asia Minor, comprendente il territorio di Phrygia I (Pacatiana), Phrygia II (Salutaris), Lydia, Caria, Insulae, fu riunita a Lycia et Pamphylia, Hellespontus e Lycaonia formando la Dioecesis Asiana (Not. dign. orient. II 30-40).

Il governo di Diocleziano (284-305) comportò un periodo di violente persecuzioni del cristianesimo nell’intero ambito orientale, tuttavia non impedì la diffusione soprattutto di comunità di novaziani unite a seguaci del montanismo7.

La fine del secolo IV, con la divisione nelle due partes Imperii, comportò un’ulteriore ripartizione dell’Asia in sei aree: Asia proconsularis, ovvero la fascia litoranea levantina, con capitale Ephesus; Hellespontus, Lydia, Phrygia Salutaris, Phrygia Pacatiana, Caria8. Questa articolazione fu riproposta in modo speculare nella strutturazione gerarchica delle diocesi ecclesiastiche, entro cui perdurò per tutto il periodo medievale, diversamente da quanto accadde per l’amministrazione civile che, a seguito dell’invasione araba del tardo VII secolo, mutò, aderendo alla suddivisione del territorio in temi del primo periodo bizantino, a partire dal governo di Eraclio (610-641).


1 Si veda il riferimento nella voce relativa a L. Aquillius Florus, figlio di M. Aquillius – PIR² I A 990, p. 194.
2 Dig. XXVII. De excusationibus 1,6: Εὐσεβοῦς γραφείσης μεν τῷ κοινῷ τῆς Ἀσίας […] εἰκος δε τῷ μεν μεγίστῳ ἀριθμῷ χρήσασθαι τας μητροπόλεις τῶν ἐθνῶν […].
3 Si veda Bithynia et Pontus; Lycia et Pamphylia; Galatia;Cappadocia.
4 Per l’assetto viario e per la disposizione delle unità militari nella provincia di Asia Minor nel senso più ampio cfr. St. Mitchell, Anatolia. Land, Men, and Gods in Asia Minor, vol. I, Oxford 1993, pp. 117-142.
5 Nella prosopografia si ricorda un’iscrizione celebrativa del gladiatore Iantinus, di origine frigia.
6 Le assemblee civiche in Asia continuarono a riunirsi fino al tardo secolo III; molte iscrizioni del periodo testimoniarono di pubbliche acclamazioni in favore di particolari azioni evergetiche di cittadini nativi e stranieri – cfr. L. Robert, Documents d’Asie Mineure, Parigi 1987. Per quanto concerne questa prosopografia in particolare, è significativa in tal senso la scheda dedicata a Cornelia Salonina Chrysogone.
7 ODC, Montanism / Novatianism, pp. 1107 s./1165: Il primo fu un movimento apocalittico sviluppatosi nella seconda metà del secolo II proprio a partire dalla Phrygia, dove predicò un uomo di nome Montanus, richiamandosi alla purezza del Cristianesimo primitivo contro la crescente istituzionalizzazione e secolarizzazione della Chiesa. Il novazianismo fu divulgato invece da Novatianus, un prete romano, autore di un’opera relativa alla dottrina della Trinità. Egli predicò uno scisma dalla Chiesa ufficiale in Occidente a seguito delle persecuzioni dell’imperatore Decio (249-250) e accusò in particolare papa Cornelio (251) per essersi mostrato troppo accondiscendente nei confronti del paganesimo. I novaziani furono perseguitati dall’imperatore Valeriano nel 257/258 e mal accettati nell’intera pars Occidentis, trovarono invece maggiori adesioni specialmente nel contesto antiocheno.
8 Le capitali, oltre ad Ephesus, furono nell’ordine: Cyzicus, Sardis, Eucarpia, Laodicea, Aphrodisias.
G.E. Bean, W.M. Calder, A classical map of Asia Minor, Londra 1958; M. Christol, T. Drew-Bear, Bornes routières et géographie administrative en Asie Mineure sous les Antonins et les Sévères, in “Bulletin de la Société Nationale des Antiquaires de France” (1992), pp. 338-348; D.H. French, Roman roads and milestones of Asia Minor I: The Pilgrim’s Road, BAR 105, Oxford 1981; C. Habicht, New evidence on the province of Asia, in “JRS” 65 (1975), pp. 64-91; A.H.M. Jones, The Cities of the Eastern Roman Provinces, Oxford 1971, pp. 45-109; B.M. Levich, Roman colonies in southern Asia Minor, Oxford 1967; D. Magie, Roman rule in Asia Minor, vol. I, Princeton 1950, pp. 494-792; St. Mitchell, Anatolia. Land, Men, and Gods in Asia Minor, voll. II, Oxford 1993; B. Rémy, L’évolution administrative de l’Anatolie aux trois premiers siècles de notre ère, Parigi 1986; L. Robert, Villes d’Asie Mineure, Parigi 1962, Id., A travers l’Asie Mineure, Parigi 1980, Id., Documents d’Asie Mineure, Parigi 1987; R. Syme, Anatolica. Studies in Strabo, Oxford 1995, pp. 10-285.

 

20 Marzo 2016
Elena
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