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I Romani oltre il Po e l'Oriente

Database prosopografico tra l'oriente e l'occidente

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HomeOrienteLuogoBITHYNIAChalcedonGERONTIVS (Γερόντιος)
Chalcedon Constantinopolis Diaconus Episcopus Medicus MEDIOLANVM Nicaea seconda metà sec. IV (Occ.)

GERONTIVS (Γερόντιος)

18 Agosto 20197 Dicembre 2020Elena
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Medicus
Diaconus Mediolanensis
Episcopus Nicomediensis
Seconda metà sec. IV
PCBE II/1, s.v. Gerontius 1, p. 926; DHGE XX, s.v. Gerontios (5), coll. 1041 s. (D. Bundy); Dict. Biogr. Chr. II, s.v. Gerontios (7), col. 662; Le Quien I, XII Provincia Bithyniae. Ecclesia Nicomediae metropolis. XV Gerontius, XVI Pansophius, col. 588; Cherf, What’s in a Name? Appendix A: Eastern Gerontii, 156, n. 90.
Soz. VIII 6, 2-8; Phot. Bibl. 59.
Soltanto Sozomenus descrisse quasi interamente la vicenda di Gerontius, un diacono della Chiesa mediolanense che si allontanò dalla sua città a causa del vescovo Ambrosius (374-397), che lo accusò di una condotta disdicevole ai danni del clero.

Nella stesura dell’opera, a noi nota come historia ecclesiastica, Sozomenus seguì con particolare cura i fatti che riguardarono il vescovo costantinopolitano Iohannes Chrysostomus (398-404), a un tratto destituito dal proprio incarico ed esiliato, inizialmente osteggiato da una piccola comunità di credenti che si era allontanata dalla comunione con la Chiesa ufficiale in Constantinopolis, rifugiatasi soprattutto nell’antica provincia di Bithynia, nelle città di Chalcedon e Nicomedia, in seguito fortemente sostenuto da alcuni suoi discepoli di nuovo radunatisi nelle città bitiniche in aperta opposizione alla politica ostile della capitale1.

Nella breve, ma incisiva esperienza di vescovato del Crisostomo fu coinvolto anche G., per questo lo storiografo sopra citato dedicò un capitolo intero per raccontare in estrema sintesi i dati biografici di questo religioso.

Egli appartenne inizialmente alla comunità ecclesiastica di Mediolanum e svolse il proprio diaconato durante il periodo in cui fu vescovo Ambrosius, si può dunque ritenere quasi certo che fosse originario della città o comunque dell’area transpadana, giacché difficilmente si trovarono diaconi provenienti da altre realtà a quell’altezza cronologica; così si espresse Sozomenus: Οὗτος (Γερόντιος) γὰρ ὑπὸ Ἀμβροσίῳ τῷ ἐπισκόπῳ Μεδιόλανου διακονούμενος […] (Soz. VIII 6, 3).

Tuttavia durante il servizio religioso G. raccontò di alcune apparizioni demoniache e poiché Ambrosius gli richiese un periodo di silenzio e penitenza per purificarsi da tali argomentazioni, indegne per un religioso, egli si rifiutò e partì per la capitale orientale:

[…] οὐκ οἶδ᾽ ὅ τι παθών, ἀλλ᾽ ἢ τερατευόμενος ἢ δαιμονίου σπουδῇ καὶ φαντασίαις ὑπαχθείς, νύκτωρ ἔφη τισὶν ὀνοσκελίδα συλλαβόμενος ξυρῆσαι τὴν κεφαλὴν καὶ μυλωνίῳ ἐμβαλεῖν · ὡς ἀνάξια δὲ διακόνου θεοῦ φθεγξάμενον ἐκέλευσεν Ἀμβρόσιος τέως καθ᾽ ἑαυτὸν εἶναι καὶ μετανοίᾳ καθαίρεσθαι. Ὁ δὲ ἰατρὸς ὢν ἄριστος καὶ ἀοκνότατος λέγειν τε καὶ πείθειν καὶ φίλους περιποιεῖν ἱκανός, ὡς ἐπεγγελῶν Ἀμβροσίῳ ἧκεν εἰς Κωνσταντινούπολιν (Soz. VIII 6, 3,4).

Oltre al racconto in merito all’insolita visione notturna di G., che sequestrò una ὀνοσκελίς, ovvero un mostro multiforme e, in contesto cristiano cui pertiene la testimonianza una figura femminile con zampe d’asino2, e le tagliò la testa gettandola nel mulino3; ciò su cui forse dovrebbe focalizzarsi di più l’attenzione è l’affermazione immediatamente seguente: Sozomenus presentò G. come medico (ἰατρός) eccellente e molto operativo sia nel parlare sia nel persuadere, capace di instaurare amicizie al punto di replicare ad Ambrosius con la sua partenza istantanea per Constantinopolis.


1Per una breve analisi riguardo a Sozomenus e al suo rapporto con i sostenitori del vescovo Iohannes Chrysostomus in Bithynia si veda P. Van Nuffelen, Un héritage de pais et de piété: étude sur les histoires ecclésiastiques de Socrate et de Sozomène, Lovanio 2004, 73-77.

2Esiste una lunga tradizione riguardante l’apparizione e la descrizione di questa figura mostruosa (basti pensare a Luc. vera hist. II 46); per la letteratura cristiana con Sozomenus anche Theodorethus comm. Is. 13,22 – Lampe, s.v. ὀνοσκελίς, p. 965.

3Il μυλών fu indicato fin dalle fonti greche di età classica come luogo di pena per gli schiavi.

G. dopo essere giunto nella capitale orientale riuscì in breve tempo ad instaurare potenti amicizie all’interno della corte imperiale, che permisero a colui che si era allontanato da Mediolanum come umile diacono in procinto di un periodo di penitenza di ribaltare totalmente la sua posizione ed essere persino eletto nuovo vescovo di Nicomedia, verosimilmente nell’anno 380: Ἐν ὀλίγῳ τε χρόνῳ τινὰς τῶν ἐν τοῖς βασιλείοις δυναμένων ποιεῖται φίλους, καὶ μετ᾽οὐ πολὺ ἐπιτρέπεται τὴν Νικομηδέων ἐπισκοπήν (Soz. VIII 6,4).

Egli stesso fu ordinato da Helladius (380-396), vescovo di Caesarea Cappadociae 1, che lo ricompensò per aver garantito a suo figlio un ruolo presso il palazzo imperiale: Ἐχειροτόνησε δὲ αὐτὸν Ἑλλάδιος ὁ Καισαρέων Καππαδοκῶν ἐπίσκοπος, ἀμειβόμενος καθότι παιδὶ αὐτοῦ πρόξενος λαπρᾶς στρατείας ἐν τοῖς βασιλείοις ἐγένετο (Soz. VIII 6,5).

Ambrosius, dopo aver appreso la notizia dell’elezione, scrisse subito a Nectarius, divenuto allora vescovo in Constantinopolis (381-397)2, perché privasse G. della massima carica e non gli permettesse di oltraggiare oltre l’ordine ecclesiastico, ma Nectarius non acconsentì alla richiesta, in considerazione del grande favore che G. stava ottenendo entro la comunità cristiana locale: Ἀμβρόσιος ἔγραψε Νεκταρίῳ τῷ προϊσταμένῳ τῆς ἐκκλησίας Κωνσταντινουπόλεως ἀφελέσθαι Γεροντίου τὴν ἱερωσύνην καὶ μὴ περιιδεῖν αὐτὸν ὑβρισμένον καὶ τὴν ἐκκλησιαστικὴν τάξιν. Νεκταρίῳ δὲ καὶ μάλα τοῦτο σπουδάσαντι γέγονεν ἀνήνυτον πανδημεὶ τῶν Νικομηδέων ἀνδρικῶς ἀντιστάντων (Soz. VIII 6, 5,6)3.

Dalle parole di Sozomenus si coglie il grado di fama e autorità acquisito da G. di fronte agli abitanti di Nicomedia, che avrebbero osato opporsi a qualsiasi risoluzione di Nectarius probabilmente anche per un vivo desiderio di autonomia, specialmente in àmbito ecclesiastico, nei confronti della loro capitale e del potere occidentale4.

Tuttavia il vescovo successore di Nectarius fu Iohannes Chrysostomus, che non si fece intimorire dalle rivendicazioni né dell’ecumene ecclesiastica né delle singole comunità, perseverò con rigore nella difesa dell’ortodossia e fra le prime azioni che intraprese nel 398 decise di destituire G. dalla carica episcopale. Sozomenus dedicò particolare attenzione all’evento, giacché nello stesso capitolo ne rese testimonianza due volte a brevissima distanza l’una dall’altra: quasi in apertura scrisse [Ἰωάννης] οὐ μὴν ἀλλὰ καὶ Γερόντιον ἐξεώσατο τῆς Νικομηδέων ἐκκλησίας (Soz. VIII 6,2) e, dopo averne rapidamente ripercorso la vicenda, ritornò di nuovo sulla destituzione con la lapidaria affermazione ὁ δὲ Ἰωάννης καθελὼν αὐτὸν ἐχειροτόνησε Πανσόφιον (Soz. VIII 6,6).

La scelta del Chrysostomus certo non dispiacque alla corte imperiale, poiché Pansophius era lo stimato pedagogo della moglie dell’imperatore, Eudossia (aug.: 400-404)5, tuttavia non fu ben accetta alla pοpolazione di Nicomedia che, come descrisse ancora analiticamente Sozomenus, fece scoppiare frequenti rivolte. Il ricordo degli atti evergetici compiuti da G. indistintamente, nei confronti tanto delle persone benestanti quanto dei bisognosi, rimase sempre vivo nella folla in tumulto (Soz. VIII 6,6: Στασιάσαντες γοῦν πολλάκις κοινῇ τε καὶ πρὸς ἕκαστον ἀπηριθμοῦντο τὰς Γεροντίου εὐεργεσίας καὶ τὴν ἐκ τῆς ἐπιστήμης ἄφθονον χρείαν καὶ τὸ περὶ πάντας ἐπίσης πλουσίους τε καὶ πένητας ἄοκνον)6.

Cinque secoli dopo il patriarca costantinopolitano Fozio (858-891), recuperando quasi certamente anche quanto narrato da Sozomenus, riferì con precisione riguardo agli atti del sinodo detto “della Quercia”, sulla base del nome della domus del ministro Rufinus nella quale avvenne il consesso, poco distante da Chalcedon, svoltosi nel 403 per condannare Iohannes Chrysostomus7. Un gruppo di religiosi, capeggiati da Theophilus, vescovo di Alexandria, e sostenuti dall’imperatrice Eudossia, attribuirono alla condotta di Chrysostomus almeno ventinove capi d’accusa per azioni contrarie all’ordinamento ecclesiastico.

A conclusione delle dodici sessioni del processo contro di lui, Fozio non trascurò di ricordare che furono presentati anche tre documenti, rispettivamente da parte di G., Faustinus e Eugnomonius a rivendicazione dell’ingiusta deposizione subìta a opera del Chrysostomus: Εἶτα ἐγράψε τῷ κλήρῳ Κωνσταντινουπόλεως, ὡς δῆθεν ἀπὸ συνόδου, περὶ τῆς τοῦ ἁγίου καθαιρέσεως · ἀνηνέχθη καὶ τοῖς βασιλεῦσιν. Ἐπεδόθησαν ἔτι καὶ λίβελλοι τρεῖς, παρὰ Γεροντίου, παρὰ Φαυστίνου, παρὰ Εὐγνωμονίου, οἴ ἔλεγον ἑαυτοὺς ἀδίκως ὑπὸ Ἱωάννου καθῃρῆσθαι (Phot. Bibl. 59).

Nonostante alla fine di questo sinodo si fosse giunti quindi alla condanna di Iohannes Chrysostomus, nessun altro documento attesta che G. fosse reintegrato nella sua carica, anzi null’altro è noto a suo riguardo dopo questa data.


1 DHGE XXIII, s.v. Helladius 4, coll. 919 s. (R. Aubert).

2 ODC, s.v. Nectarius, St., p. 1135; ODB II, s.v. Nektarios, p. 1451 (A. Kazhdan).

3 Si veda N.B. McLynn, Ambrose of Milan: church and court in a Christian capital, Londra 1994, 253 per l’influenza di Ambrosius anche oltre i confini mediolanensi, un’autorità comunque non bastevole a intervenire contro la volontà di un’intera comunità.

4 Cfr. G. Sabbah (ann.) in Sozomène, Histoire ecclésiastique, J. Bidez (ed. franc.), Parigi 1983, IV, 265, n. 3.

5 PLRE II, s.v. Aelia Eudoxia 1, p. 410.

6 Curioso che la situazione descritta da Sozomenus sia speculare a quanto avverrà poco dopo, ma questa volta proprio a seguito della destituzione ed esilio dello stesso Iohannes Chrysostomus. Ritornano anche gli stessi topoi: la folla come calamità naturali (sismi, siccità, flagelli divini) si riversò salmodiando nelle vie di Constantinopolis (Soz. VIII 6,8).

7 Cfr. Palladio, Dialogo sulla vita di Giovanni Crisostomo, L. Dattrino (ed.), Roma 1995, 155 (Appendice. Gli ‘Atti’ del sinodo della Quercia dalla Bibliotheca di Fozio: 287-300); N.G. Wilson, Fozio. The Bibliotheca. A selection translated with notes, 2nd. ed., Londra 2002, 38-41; N. Bianchi, C. Schiano (eds.), Fozio. Biblioteca, Pisa 2016, 982.

Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium

Index nominum

Ἀμβρόσιος (ἐπίσκοπος) Soz. VIII 6, 3,5;
Εὐγνωμόνιος Phot. Bibl. 59;
Γερόντιος (ἐπίσκοπος) Soz. VIII 6, 2-8; Phot. Bibl. 59;
Ἑλλάδιος (ἐπίσκοπος) Soz. VIII 6, 5;
Ἰωάννης Soz. VIII 6, 6; Phot. Bibl. 59;
Νεκταρίος Soz. VIII 6, 5,6;
Πανσόφιος Id. VIII 6, 6;
Φαυστῖνος Id. VIII 6, 5.

Index rerum sacrarum

κλῆρος Phot. Bibl. 59;
διάκονος θεοῦ Soz. VIII 6, 3;
ἐκκλησία Id. VIII 6, 2,5;
ἐπίσκοπος θεός Id. VIII 6, 8;
ἅγιος Phot. Bibl. 59;
ἱερωσύνη Soz. VIII 6, 5;
μετάνοια Id. VIII 6, 3;
σύνοδος Phot. Bibl. 59;
τάξις ἐκκλησιαστική Soz. VIII 6, 5;
θεομενία Id. VIII 6,8.

Index geographicus

Καισάρεια Καππαδοκἱας Soz. VIII 6, 5;
Κωνσταντινούπολις Soz. VIII 6, 4,5,8; Phot. Bibl. 59;
Μεδιόλανον Id. VIII 6, 3;
Νικομηδέης (<Νικομήδεια) Id. VIII 6, 2,4,6.

Index rerum notabilium

ἀρετή Soz. VIII 6, 7;
αὐχμός Id. VIII 6, 8;
βασιλεύς Phot. Bibl. 59;
βασίλειος Soz. VIII 6, 4,5;
καθαίρεσις Phot. Bibl. 59;
δαιμόνιον Soz. VIII 6, 3;
ἐπιστήμη Id. VIII 6, 7;
εὐεργεσία Ivi;
γαμετή τοῦ βασιλέως Id. VIII 6, 6;
ἰατρός Id. VIII 6, 4;
λίβελλος Phot. Bibl. 59;
μυλών Soz. VIII 6, 3;
ὀνοσκελίς Ivi;
παιδαγωγός Id. VIII 6, 6;
παῖς Id. VIII 6, 5;
πένης Id. VIII 6, 7;
φαντασία Id. VIII 6, 3;
φίλος Id. VIII 6, 4;
πλούσιος Id. VIII 6, 7;
σεισμός Id. VIII 6, 8;
σπουδή Id. VIII 6, 3;
στρατεία Id. VIII 6, 5.
Cherf 1994 = William J. Cherf, What’s in a Name? Gerontii of the Later Roman Empire, ZPE, 100 (1994), 119-174 (part. 156, n. 90).

McLynn 1994 = Neil B. McLynn, Ambrose of Milan: church and court in a Christian capital, Londra 1994, 253.

Van Nuffelen 2004 = Peter Van Nuffelen, Un héritage de pais et de piété: étude sur les histoires ecclésiastiques de Socrate et de Sozomène, Lovanio 2004, 74.

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