SENATOR

PCBE II/2, s.v. Senator 1, pp. 2021-3; PLRE II, s.v. Senator 3, p. 990; BSS XI, s.v. Senatore, coll. 839 s. (A. Rimoldi); Vies des saints 5, pp. 544 s.; Enciclopedia Cattolica XI, s.v. Senatore, santo, col. 300 (A. Amore); Diz. Chiesa Ambrosiana V, s.v. Senatore di Milano, santo (sec. V), pp. 3325-3328 (C. Pasini); Cazzani, Vescovi e Arcivescovi di Milano, s.v. S. Senatore, 30 s.; Fedalto, Hierarchia Catholica. 31.1 Mediolanensis episcopatus, 178; Lanzoni, Le diocesi, 1021; Ruggeri, Vescovi di Milano, s.v. S. Senatore, 16; Savio, Gli antichi vescovi. La Lombardia, I, Milano, 180-183.

Gesta syn. Constantinopol. a. 450, trad. lat. in P. Mouterde, Fragments d’actes d’un synode tenu à Constantinople (1930-1931), pp. 46-48; Leo. epp. 69, 1.2, 70, 1, 71, 79, 80, 83, 88 (ACO II, 4, pp. 29-32, 42 s., 46), 97, 2; Marcian. Aug. ep. 8, Pulch. Aug. ep. 9 (ACO II, 1,1, pp. 8 s.); Enn. carm. 2,87; De Sancto Senatore episcopo Mediolanensi in Insubria (AA. SS. Maii VI, 28 mai, pp. 759-762); Martyr. Rom., p. 99; Catal. archiepisc. Mediol. (MGH SS 8, pp. 103).

In un elenco predisposto in un manoscritto medievale (sec. XI), relativo alla successione dei vescovi di Mediolanum, in ventunesima posizione si legge: Senator sedit a. 3, depositus 4. Kalendae Iunii ad Sanctam Eufimiam (Catal. archiepisc. Mediol., MGH SS 8, pp. 103).

La tradizione degli studi storici e prosopografici precedenti identificò il presule mediolanense denominato Senator, e attestato in questo documento, con il presbyter elogiato dal poeta religioso e diacono Ennodius di Ticinum ¹, che prima del 521 compose un carme in suo onore, in cui furono ricordate le qualità di uomo perspicace, dall’ottima oratoria, impegnato nello studio teologico e in missioni diplomatiche:

De beatissimo viro Senatore episcopo. Qui vicit trabeas solium cinctumque Gabinum / Consulibus praestans ecce Senator adest; / Ingenium velox, sermonis cura rotundi, / Virtutum pretium, forma pudicitiae, / Abdita librorum, mysteria clausa prophetae / Qui dedit in lucem schemate quo voluit. / Orbis ad extremi missus secreta verendis / Curavit studiis quod fuerat lacerum. / Tunc oriens victum peregrino lumine fassus. / Haesit ad aspectum lampadis alterius (Enn. carm. 2,87).

I primi due versi del componimento ennodiano sembrano alludere a un’estrazione aristocratica di S. ², forse ricoprì incarichi civili prima di intraprendere il percorso religioso, come abbastanza usuale nel periodo tardo antico³. La sua agiografia alluse esplicitamente a un’origine mediolanense: Senator, Mediolanensis, fuit praestanti ingenio […] (AA. SS. Maii VI, 28 mai, p. 759).

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S., come suggerito nell’encomio ennodiano (Enn. carm. 2,87) per volontà del pontefice Leone Magno partì come legato per Constantinopolis insieme a Abundius, vescovo di Comum, Aetherius, vescovo di Capua e al sacerdote Basilius ¹.

Il sedici luglio del 450, papa Leone Magno inviò all’imperatore Teodosio II (408-450) la missiva seguente:

[…] Ut autem salubribus curis velocior pleniorque auxiliante domino per vestrae clementiae fidem praestetur effectus, ad pietatem vestram fratres et coepiscopos meos Abundium et Aetherium, sed et Basilium et Senatorem presbyteros, quorum mihi devotio est probata, direxi, per quos quae nostrae forma sit fidei, manifestatis instructionibus quas misimus, possitis dignanter agnoscere, ut si Constantinopolitanus antistes in eandem confessionem toto corde consentit […] Dat. XVII Kal. Augusti Valentiniano VII et Avieno consulibus (Leo. ep. 69, 1.2)².

Il fine principale della missione consistette nel promuovere una condanna definitiva dell’eresia nestoriana, che non riconosceva l’unione della natura umana e divina nell’unica persona di Cristo³, e parimenti nel contrastare la diffusione della dottrina dell’archimandrita costantinopolitano Eutyches ⁴, primo sostenitore del monofisismo, ovvero dell’affermazione dell’unica natura divina in Cristo.

L’ambasceria, compiuta durante l’imperio di Marciano (450-457), raggiunse il proprio scopo⁵, si riunì un apposito sinodo il giorno ventuno di ottobre dell’anno 450 e fu sottoscritto all’unanimità il documento dogmatico papale (tomus Leonis).

Gli atti del concilio ecumenico esordiscono con il consueto formulario indicante le coordinate spazio-temporali e i presenti, sotto la direzione di Anatolio, patriarca costantinopolitano (449-458)⁶:

Die vicesimo primo Tesri prioris, Constantinopoli, sedentibus in basilicis baptismalibus Ecclesiae magnae sanctissimo Anatolio episcopo illius urbis cum sanctissimis episcopis Abundio episcopo Comensi, et Aetherio episcopo Capuensi, cum reverendissimis presbyteris Basilio Neapolitano et Senatore Mediolanensi, qui a Leone missi fuerant […] (Gesta syn. Constantinopol. a. 450, cit., p. 46)⁷.

A conclusione del sinodo, Marciano e Pulcheria, sua moglie, nel novembre dello stesso anno mandarono al pontefice un’epistola per confermare di aver accolto positivamente le risoluzioni avanzate dai missi pontifici:

Τῇ πρὸ δέκα Καλανδῶν Δεκεμβρίων ἐν Κωνσταντινουπόλει […] Ἐπιστολὴ Μαρκιανοῦ βασιλέως πρὸς τὸν ἀρχιεπίσκοπον Ῥώμης Λέοντα […] Περὶ τῆς σπουδῆς καὶ τῆς εὐχῆς τῆς ἡμετέρας οὐκ ἀμφιβάλλει ἡ σὴ ἁγιότης ὅτιπερ ἀληθῆ τὴν τῶν Χριστιανῶν θρῃσκείαν καὶ τὴν ἀποστολικὴν πίστιν βεβαίαν διαμένειν βουλόμεθα καὶ παρὰ πάντων τῶν δήμον εὐσεβεῖ διανοίᾳ φυλάττεσθαι […] λοιπόν ἐστιν ἵνα εἰ ἀρέσκει τῇ σῇ ὁσιότητι ἐτὶ ταῦτα τὰ μέρη παραγενέσθαι καὶ τὴν σύνοδον ἐπιτελέσαι, τοῦτο ποιεῖν τῷ περὶ τὴν θρῃσκείαν ἔρωτι καταξιώσῃ (Marcian. Aug. ep. 8);

Ἐπιστολὴ Πουλχερίας αὐγούστας πρὸς τὸν ἁγιώτατον ἐπίσκοπον Ῥώμης Λέοντα […] (Pulch. Aug. ep. 9).

Nel giugno 451 S. ritornò nella penisola italica insieme agli altri legati, venne così riferita al papa la positiva accoglienza imperiale, per cui Leone Magno inviò risposta a corte, fiducioso nella difesa del corretto dogma, a fronte dell’atteggiamento favorevole di Marciano e Pulcheria⁸.

Il buon esito della missione permise ai legati di procedere anche nella carriera ecclesiastica, giacché S. circa un ventennio dopo il rientro dalla spedizione divenne vescovo di Mediolanum; il diacono Ennodius nel carme che gli dedicò, oltre ad annoverarlo nella successione degli episcopi mediolanensi, onorò la missione in territorio orientale (Enn. carm. 2,87: Tunc oriens victum peregrino lumine fassus). Secondo il catalogo vescovile basso medievale menzionato in esordio alla narrazione riguardante l’origine di S., egli morì il giorno ventinove maggio (Martyr. Rom., p. 99: Mediolani Sancti Senatoris episcopi, virtutibus et eruditione clarissimi) e venne sepolto presso la basilica mediolanense di S. Eufemia (Catal. archiepisc. Mediol.: ad Sanctam Eufimiam), che egli stesso fece erigere in onore della santa calcedonense, a protezione della fede ortodossa.

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Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium

Mouterde 1930 = René Mouterde, Saint Abundius de Come et ses trois compagnons à un synode de Constantinople en 450, AB, 48 (1930), 124-129.

Tomea 1993 ꞊ Paolo Tomea, Tradizione apostolica e coscienza cittadina a Milano nel medioevo. La leggenda di san Barnaba, Milano 1993, 167 s.